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Constance Gore-Booth (1868-1927) nacque in una famiglia dell’aristocrazia terriera della Contea di Sligo, Irlanda. Dopo un’infanzia e un’adolescenza felici insieme al fratello Josslyn e alla sorella Eva nella tenuta di famiglia a Lissadell, studiò arte a Londra e a Parigi. Sposò nel 1900 il conte polacco Casimir Dunin Markievicz, da cui ebbe nel 1901 l’unica figlia Maeve. Fu parte della vita culturale e artistica della Dublino di inizio secolo, anche come attrice dell’Abbey Theatre. Nel 1913 sostenne lo sciopero dei lavoratori dei trasporti, per i quali organizzò una mensa. Nel 1916 fu uno dei capi dell’Insurrezione di Pasqua, una delle pochissime donne a rivestirvi un ruolo militare. Dopo la resa fu arrestata e condannata a morte, pena commutata nell’ergastolo; rilasciata in seguito all’amnistia del 1917, continuò la sua lotta politica per l’indipendenza dell’Irlanda come attivista di Sinn Féin, per cui fu Ministro del Lavoro nel 1919. Arrestata più volte, trascorse anche periodi di latitanza. Morì di peritonite all’età di 59 anni, un anno dopo la sorella e la madre. Al suo funerale presero parte trecentomila persone.
Oratrice abilissima e attivista politica di grande coerenza, non pienamente apprezzata nelle prime biografie e nella storiografia tradizionale, è ora riconosciuta come uno dei personaggi più importanti della storia irlandese.
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