Autore
Carmen Pellegrino
Collana
I Sottolio
(saggio)
Codice
3
Tit.Orig.
'68 Napoletano
Traduz.
ISBN
9 788878 960169
Formato
16,5x23,5
Pagine
208
Prezzo
€ 14,00
Stampato
Il 1968 nella città del sole: un sisma che scuote le radici di un sistema sedimentato, secondo cui gli interessi di alcuni gruppi di potere impediscono la crescita a misura d’uomo e la razionalizzazione di un territorio urbano trascurato e offeso. Tutto parte dal movimento studentesco, che si ritrova a catalizzare e accelerare anche la minima forza che si oppone alle varie sofferenze, creando nuovi impulsi di resistenza inattesi anche in ambiti che fino a quel momento erano parsi del tutto estranei a ogni espressione di malcontento. Perché, se un po’ ovunque i movimenti studenteschi del 1968 inseguirono l’unione con il mondo operaio e contadino, forse qui più che altrove i giovani universitari cercarono fortemente un contatto con tutti i domini del malessere.
Ma chi erano i ragazzi che nel marzo di quell’anno occuparono la facoltà di Architettura, e i loro compagni degli altri indirizzi che ne seguirono l’esempio? Erano, come nel resto d’Italia, i giovani nati subito dopo la fine della guerra e l’avvento della Repubblica. Non tutti erano napoletani: molti venivano dal resto della Campania o da altre regioni del Meridione, e la loro scolarizzazione costituiva una sorta di riscatto per le generazioni precedenti. Rifiutavano la concezione del mondo universitario come avulso dal resto della società, e la loro attenzione verso tutto ciò che accadeva nel territorio, specie le ingiustizie sociali, traspare dalle azioni propugnate come dalle loro dichiarazioni. Ma allo stesso tempo trapelava costantemente una grande apertura al mondo.
Non solo, dunque, la battaglia per il diritto allo studio e la forte opposizione alla legge 2314, che voleva riorganizzare l’assetto dell’istruzione universitaria in maniera inadeguata, senza minimamente intaccarne l’impianto di stampo fascista. Si lotta contro l’autoritarismo che impera nelle fabbriche come negli atenei, ci si unisce alla protesta dei senzatetto fino ad abbracciare e fare propri temi come l’antimperialismo e il razzismo.
Lo studio di Carmen Pellegrino si concentra sugli “anni Sessantotto”, cioè il triennio a cavallo del 1968, e li ripercorre soprattutto attraverso gli articoli dei giornali e i materiali prodotti dal movimento. Dal libro appare chiaro come in uno spazio così limitato di tempo il cambiamento radicale si estende, a Napoli come nel resto del Paese, a tutti gli ambiti, compresi quelli che si sarebbero detti impermeabili a ogni innovazione: le istituzioni carcerarie, la magistratura, gli ospedali psichiatrici e persino l’esercito.
“Ci sono state due rivoluzioni mondiali – una nel 1848, la seconda nel 1968. Entrambe hanno fallito. Entrambe hanno trasformato il mondo”.
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