Under 12
  Petulia Tempesta
 
Che cos'è un libro?

Che cosa è un libro?

Beh… credo che lo sappiamo tutti.

Si. Ma cosa rappresenta un libro per noi? Se faccio questa domanda a cento persone, piccole o grandi, riceverò probabilmente cento risposte diverse. Per qualcuno è una cosa che aiuta a passare il tempo, per qualcun altro è un modo per immergersi in un altro mondo che in genere piace di più di quello reale, o a volte piace di meno, e allora che sollievo chiudere le pagine e tornare alla realtà! Per qualcuno è qualcosa che serve per imparare, ma se servisse solo per quello sai che bella noia certe volte… per qualcuno è semplicemente un oggetto che ricevi in regalo per un compleanno, o un’altra ricorrenza importante, quando speravi tanto in un giochino elettronico o addirittura in un telefonino. Però se sei entrato spontaneamente, per tua curiosità, nel nostro sito, vuol dire che questo non è il tuo caso: vuol dire che comunque per te un libro è una cosa buona, e che non rimani deluso quando te ne regalano uno (purché sia quello giusto), e magari ti piace anche andare in una libreria e scegliertelo tu stesso.
 
Come scegliamo quello giusto?

Si sa che molti di noi, ragazzi e adulti, spesso comprano un libro perché ne hanno sentito parlare. Lo ha letto un nostro amico, un cugino, un vicino di casa, un compagno di scuola (che forse non ci sta nemmeno simpatico, però aveva una faccia così concentrata e soddisfatta mentre lo leggeva che abbiamo detto: voglio leggerlo anch’io!). Oppure abbiamo avuto informazioni sul libro da giornali e giornalini. E quando queste informazioni ci dicono che è bello, che piace a tutti e che lo hanno comprato molte migliaia di persone siamo praticamente certi che piacerà anche a noi.

Però c’è anche un altro modo di scegliere un libro: si va in una libreria, e in quel mare che è dato dai vari colori dei dorsini che sporgono dagli scaffali, si cerca di orientarsi e di uscire con qualcosa che non vediamo l’ora di incominciare a leggere. A proposito: il dorsino di un libro è l’esterno di quella striscia di carta a cui sono incollate o cucite le pagine.

Ma come fare per capire se un libro ci può piacere? Nelle librerie c’è chi ci può dare un consiglio, dicendoci di cosa parla questo o quell’altro libro, e le persone che ci lavorano sono molto brave a indirizzarci verso il nostro genere preferito. Ma per molti di noi è più divertente cercare di scegliere da soli. Allora incominciamo a sfogliare le pagine (con attenzione, per non rovinarlo!), magari sbirciamo le illustrazioni (se ce ne sono), i titoli dei capitoli (se ci sono). Ma forse le prime cose che ci colpiscono sono il titolo e la copertina.

Anche gli adulti, prima di leggere un libro, lo “annusano”: non vuol dire che cercano di sentire che odore ha (anche se devo dire che la carta ha spesso un bell’odore). Però leggono quello che c’è scritto sulle “bandelle”, che sono quelle alette di carta ripiegate dentro la copertina, oppure aprono e leggono l’inizio, o ancora aprono delle pagine a caso. La prossima volta che entrate in una libreria provate a osservare le persone che scelgono, e da un primo sguardo potrete notare che ognuna ha il suo modo di scegliere
 
Trovare da soli un libro che poi leggiamo con piacere è una soddisfazione unica. È bello anche scegliere un libro da regalare a una persona: se impariamo a riconoscere i gusti di amici e familiari e scegliere il libro giusto per loro per un compleanno o un Natale, possiamo essere certi di regalare a queste persone delle emozioni che pochi altri regali daranno loro.
 
Ma come si fa un libro?

Hai mai pensato a che lavoro c’è dietro quell’oggetto colorato di carta, le cui pagine sfogli di fretta prima di tuffarti nella lettura, per cercare di capire se può piacerti?

Innanzitutto c’è il lavoro di un “artista”: lo scrittore.

 

Gli scrittori esistono dai tempi più remoti: ci sono opere che leggiamo ancora oggi con piacere e che vengono da epoche molto lontane. Ma perché a una persona viene in mente di “diventare uno scrittore”? Di solito perché sente di avere qualcosa da dire, da raccontare, e pensa che questo qualcosa interesserà e piacerà ad altre persone. Qualcuno scrive semplicemente perché gli piace l’idea di farlo, e qualcuno scrive per gioco. Ma quando uno scrittore ha finito di scrivere la sua opera, come fa a trasformarla in un libro vero e proprio e a farlo arrivare agli altri?

Ed ecco che entra in gioco il lavoro dell’editore. Lo scrittore inizia a inviare il suo manoscritto a un editore, o meglio a una casa editrice. Se è uno scrittore già famoso non avrà alcun problema: gli editori saranno tutti ben contenti di pubblicare quello che ha scritto! Se invece non ha mai scritto prima di allora, le cose sono più complicate. Incomincerà a mandare la sua opera a tanti editori, e molti gli risponderanno che sono molto spiacenti, ma quello scritto non va bene per la loro casa editrice. Però alla fine, dopo un po’ di tentativi, se quello che è stato scritto è buono, un editore dirà: sono interessato alle pagine che mi hai mandato. E allora quelle pagine (che fino a qualche anno fa arrivavano alla casa editrice scritte con una macchina da scrivere, o addirittura a mano, ma che oggi ogni scrittore scrive al computer) incominciano il lungo cammino che le porta a diventare… un libro.

Ma non penserete che l’editore può fare tutto da solo? Certo che no!

Innanzitutto bisogna rileggere bene, con molta attenzione, quello che è stato scritto, e correggere gli errori di vario genere che ci sono sicuramente nel testo. Del resto lo sai anche tu: quante volte leggi un testo prima di consegnarlo all’insegnante, e quante volte gli errori che eri sicuro che non ci fossero saltano fuori sul foglio corretto, segnati di rosso? E quante volte qualche piccolo errore sfugge anche all’insegnante quando scrive la consegna di un compito che devi fare? Bene, succede anche agli scrittori. Per questo nella casa editrice c’è un ufficio che si chiama redazione, che si occupa, tra l’altro, di correggere errori e imprecisioni che, guarda un po’, sfuggono anche allo scrittore più attento!

Quindi il testo così corretto deve essere impaginato. Per questo c’è il grafico, che dà alle parole sulle pagine quella forma così ordinata che rende più semplice la lettura. E poi si occupa della copertina, che però spesso presenta l’immagine di un disegnatore, che ha letto il libro e cerca di dare una forma visiva a quello che lo scrittore ha voluto dirci con le sue parole. Lo stesso disegnatore, nel caso dei libri per ragazzi, in genere prepara anche delle illustrazioni che troverai in mezzo alle pagine scritte. Ci riferiamo a lui/ lei chiamandolo illustratore. Ma perché lo faccia bene bisogna che entri perfettamente nel mondo creato dallo scrittore e che si lasci catturare dalle sue parole. I disegni, le “tavole” che dovrà creare dovranno completare l’opera dello scrittore: lo aiuteranno a raccontare.

Ora il tutto è pronto per andare in stampa. Ecco che interviene il tipografo, che dopo aver fatto le sue prove e dopo il controllo dell’editore produce il numero di copie del libro richieste dalla casa editrice.

Ho detto libro, ma finora abbiamo solo delle pagine piene di belle parole, delle illustrazioni, una copertina con una bella immagine e un titolo (che in genere è scelto dallo scrittore, ma a volte anche l’editore ci mette lo zampino). Ma chi mette insieme tutti questi fogli di carta? Non penseremo mica di portarceli a casa dalla libreria tutti slegati, come quelli che formano un giornale quotidiano?

Ci vuole qualcuno che li leghi, o meglio che li “rileghi”. Per questo c’è il rilegatore, che “cuce” o incolla le varie pagine alla costa – o dorsino – della copertina.

A questo punto, se tutto è andato bene, sono tutti soddisfatti: tutte le persone che finora abbiamo nominato, dallo scrittore al rilegatore, sentiranno il libro un po’ come la loro “creatura” (soprattutto, diciamolo, lo scrittore!)
 
Ma come arrivano i libri in libreria?

E ora questi libri dove vanno a finire? Non sempre le case editrici possono portare i loro libri nei negozi. A volte lo fanno all’inizio, quando sono molto piccole e vendono i loro libri in poche librerie, magari solo nella loro regione. Ma quando desiderano che i libri da loro creati siano presenti in tutto il paese, nel nostro caso in tutta Italia, ecco che entrano in scena altre due figure: il promotore e il distributore.

Il promotore va in giro per tutte le librerie e mostra ai librai le copertine del libro, dice loro di che cosa parla e dà notizie sullo scrittore e sulla casa editrice. Se un libraio decide che vuole avere alcune copie di quel libro da vendere nella sua libreria, ecco che poco tempo dopo il distributore gliele consegna. Eh si, siamo arrivati al libraio, che ha un ruolo importantissimo, perché è lui che consegna nelle nostre mani questa cosa meravigliosa che è nata dalla fantasia dello scrittore e che, grazie alla collaborazione di tutte le persone che abbiamo nominato, è diventato un libro.
 

E le biblioteche?

Le biblioteche sono luoghi dove tutti possono andare a scegliere il libro che preferiscono e leggerlo lì, al sicuro da ogni forma di disturbo, cioè senza che nessuno ci chieda: ti sei rifatto il letto? Andresti a prendermi un litro di latte? Giochi con me? O senza sentire il telefono che squilla ogni mezz’ora, o subire l’ultimo disco dei Pink Ponk che il nostro vicino ascolta undici volte di seguito. Però, dato che queste situazioni non sempre si verificano, in biblioteca possiamo anche chiedere in prestito il libro che più ci piace, portarlo a casa e leggerlo negli orari che più ci piacciono, ricordando sempre che dobbiamo trattare il volume nel miglior modo possibile e restituirlo nelle stesse condizioni in cui ci è stato prestato.

Ci sono biblioteche grandi, medie e molto piccole, e sono tutte importanti perché se ci piace molto leggere e non possiamo comprarci tutti i libri che ci saltano per la testa abbiamo la possibilità di leggere senza pagare. Qui troviamo delle persone che, come i librai, ci possono dare dei consigli per decidere che libro potremmo leggere in quel momento: sono i bibliotecari, che in genere hanno tanta pazienza, e se necessario, ci ricordano anche che in biblioteca dobbiamo sempre rispettare la regola del silenzio.
 
Teniamo presente, però, che quando un libro ci piace molto in genere desideriamo averne una copia tutta nostra, perché ci piace rileggerlo o ritornare sulle parti che ci hanno colpito di più, e sapere che è sempre lì a nostra disposizione e che ci accompagnerà per sempre. Tante volte agli adulti capita di riaprire i libri letti da bambini e ritrovarci sensazioni e segreti dimenticati, ed è sempre un’esperienza molto piacevole.